19 April 2019

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Creare nuovi mondi - Come la collaborazione con la community ci permette di costruire mondi migliori

In qualità, rispettivamente, di World Director e Art Director di Assassin's Creed Odyssey, Ben Hall e Thierry Dansereau sanno bene di cosa si parla quando si tratta di dare vita ad ambienti vasti ed emozionanti. Grazie al lavoro svolto assieme ai loro team, la Grecia antica di Assassin's Creed Odyssey si inserisce di diritto tra i mondi di gioco più estesi e dettagliati della storia di Ubisoft. La nostra serie Creare nuovi mondi, dedicata al futuro del settore dei videogiochi, ha voluto rivolgersi a Hall e Dansereau per discutere del ruolo delle nuove tecnologie nello sviluppo e nel miglioramento dei giochi, di come i giochi stiano già aiutando l'industria cinematografica e di come i giocatori stessi diventeranno parte del meccanismo di creazione di mondi più grandi. E migliori.

Come immaginate il mondo dei videogiochi tra 10 anni?

Thierry Dansereau: Considerando quanto ci ha appena fatto vedere Google [con Stadia], direi che in futuro i videogiochi saranno tutti in streaming. Sono convinto che le piattaforme da gioco come le conosciamo adesso, cioè un dispositivo sistemato in salotto, non ci saranno più. Tante cose cambieranno.

Credo anche che, per via dei costi da sostenere, vedremo sempre più giochi indie e sempre meno produzioni tripla A. Sempre più spesso i piccoli studi indipendenti daranno vita a giochi di grande successo. È solo una mia opinione personale, ma penso che avremo più giochi indie e meno blockbuster. Blockbuster che non scompariranno, ma, credo, si ridurranno di numero.

Ben Hall: Sono assolutamente d'accordo. Il futuro è nello streaming. Nei prossimi 10 anni tutte le piattaforme passeranno a un servizio di streaming. Sarà particolarmente interessante assistere alla reazione dei tre grandi [Sony, Microsoft e Nintendo] a quanto Google sta facendo con Stadia.

È davvero emozionante e sono convinto che cambierà anche il modo di sviluppare giochi, così come cambierà il modo di aggiornarli. Questo perché, per cominciare, non dovremo più basarci sulla versione confezionata di un prodotto e, secondo, non dovremo seguire molteplici passaggi prima di far arrivare al pubblico quello che vogliamo. Il fatto di poter eseguire fasi di aggiornamento in background porterà a un cambiamento epocale.

Potremo cambiare la grafica. Potremo cambiare l'engine. Potremo cambiare così tanti aspetti e lasciare comunque libero il giocatore di godersi la sua versione del gioco. Siamo di fronte a una novità che, ne sono sicuro, porterà con sé giochi più grandi con mondi più grandi e sempre più contenuti saranno aggiunti successivamente al lancio. Credo, insomma, che i videogiochi diventeranno dei prodotti più fluidi, dinamici, vivi. Si trasformeranno in qualcosa di completamente diverso.

Come credete che la tecnologia modificherà l'esperienza di gioco nel futuro?

TD: Oggi come oggi, il nome più grande nel mondo dei videogiochi è Tencent. E si occupa prevalentemente di giochi in ambito mobile. Il mercato più grande per dimensioni, nel mondo, probabilmente è l'Asia. E anche loro sono interessati principalmente a giochi multiplayer, non passano molto tempo su giochi single player o co-op. Credo che questo sarà il trend nel futuro. Sarà più facile accedere ai giochi e probabilmente verranno continuamente aggiornati via web. Questo è il futuro che mi aspetto.

BH: Dunque, credo che l'evoluzione partirà da ciò Nintendo ha fatto con Switch, cioè dalla possibilità di sedersi sul divano e godersi un gioco sul televisore e poi, quando si vuole, alzarsi e continuare a giocare sul proprio tablet o telefono. Il fatto che un intero gioco possa arrivare in streaming credo che possa aprire la strada alla comparsa di giochi tripla A sui cellulari, di chiunque e ovunque. Ecco, mi pare un'ipotesi fantastica.

Come credete che cambierà il vostro lavoro nei prossimi 10 anni?

BH: I contenuti nati dalle collaborazioni e dalle community diventeranno un trend, senza dubbio aumenteranno significativamente. Ma sono anche convinto che ci sarà sempre spazio per giochi fatti "su misura" e su cui potranno lavorare persone a tempo pieno, come io e Thierry facciamo oggi, per dare vita a mondi incredibili. Probabilmente arriveremo a un punto in cui dovremo costruire mondi più grandi e per farlo dovremo sfruttare in maniera più efficiente gli strumenti a disposizione e concentrarci su come concepire il lavoro di squadra, così da poter dare vita a mondi più grandi, più ricchi, dentro cui i giocatori si possano perdere. Come autori credo che avremo sempre un lavoro, perché c'è sempre bisogno di autori.

TD: Credo che anche i giocatori potranno partecipare alla creazione di contenuti, sarà uno sviluppo ibrido, con la community e i team che si avvicineranno per creare qualcosa assieme. Dopotutto è quello a cui puntiamo, no?

Ritenete che i videogiochi influenzeranno altri settori in futuro?

BH: In realtà credo che stiamo già iniziando a vedere come il mondo dei videogiochi influenzi altri settori, che sfruttano le nostre tecnologie. Il cinema sta iniziando ad appoggiarsi all'Unreal Engine per gli studi preliminari sull'estetica di un film. O ancora, nelle sessioni di motion capture lo usano per far vedere agli attori cosa li circonderà. In pratica effetti speciali in tempo reale. Insomma, abbiamo già raggiunto un punto di incontro.

Credo che entro cinque o dieci anni i film potrebbero diventare quasi interattivi. Sono due media che possono sovrapporsi, con i videogiochi che diventano via via più realistici e i film che battono la strada dell'interattività. Credo proprio che assisteremo a un'influenza reciproca. La mia idea, però, è che si tratterà più che altro di un genere preciso, piuttosto che del nuovo standard. Chi vorrà godersi un film interattivo potrà farlo, ma non andranno a sostituire i videogiochi tradizionali con i loro controller.

TD: Per come la vedo io, i videogiochi offriranno un tipo di esperienza "di vita" differente. Quando le persone vorranno sperimentare qualcosa di diverso dalla loro vita di tutti i giorni, potranno farlo attraverso i giochi. Soprattutto tenendo conto di quanto stiamo già vedendo, di come tutto stia diventando molto più realistico.

Quali sono state le sfide più interessanti che avete affrontato in Ubisoft e quali i risultati di cui andate più fieri?

TD: Per quanto mi riguarda la sfida più complessa in Ubisoft corrisponde allo sviluppo di Assassin's Creed Syndicate. È stato tutto molto complicato rispetto a Odyssey, in cui le cose sono andate davvero lisce. Syndicate ci ha fatto imparare moltissimo. Per questo abbiamo cambiato il modo di lavorare del team, iniziato a delegare e ad avere più team coinvolti. Tutte quelle lezioni hanno reso Odyssey un'esperienza totalmente differente e più semplice rispetto a Syndicate, almeno per me. Quindi direi che Syndicate è state la sfida più grande e Odyssey il risultato migliore.

BH: Sono in Ubisoft dal 2014, dallo sviluppo di Syndicate e sono d'accordo, nel senso che Syndicate è stata un'impresa davvero impegnativa. Per la prima volta Ubisoft Quebec aveva la gestione principale di un progetto ed è stata un'occasione che ci ha fatto imparare moltissimo. Il gioco stesso è stato incredibile, un grande gioco. Come gruppo siamo usciti dall'esperienza di Syndicate sapendo che volevamo lavorare in maniera migliore.

Nei tre anni di produzione di Odyssey abbiamo continuamente puntato a lavorare meglio, a comunicare meglio, a delegare meglio. Creare un gioco che ti spinge a voler tornare al lavoro ogni giorno e a giocare è un punto di arrivo incredibile. E mi spingo a dire che per quanto mi riguarda, per la mia intera carriera, sotto il profilo della processo produttivo Odyssey è stato uno dei momenti migliori. Quello che abbiamo ottenuto, come team in generale e come gruppo qua in Quebec, è stato fantastico.

TD: Alla fine del progetto, quando pensi che ormai tutti non ne possano più del gioco, ci siamo ritrovati con un sacco di gente che ancora si metteva a giocarci in ufficio. Le persone si divertivano davvero con il gioco, il che ha testimoniato chiaramente che la produzione è andata molto, molto bene.

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