L'Editorial Team di Ubisoft è responsabile della direzione creativa dei giochi e delle serie dell'azienda. Nel luglio scorso Yves Guillemot, CEO di Ubisoft, si è impegnato a modificare la composizione del team per integrare prospettive innovative e diverse. La nomina di Bio Jade Adam Granger a Vice President dell'Editorial Team di Ubisoft è parte di questo processo di rinnovamento.
Per saperne di più sulla nuova responsabile creativa di Ubisoft, abbiamo incontrato Granger per chiederle quale sarà il suo contributo all'Editorial Team, come immagina il futuro di questo settore e come pensa che Ubisoft possa continuare ad arricchire le vite dei giocatori.
Complimenti per il tuo nuovo ruolo! Puoi raccontarci come sei arrivata a ricoprire questa posizione? Come hai iniziato la tua carriera nei videogiochi?
Bio Jade Adam Granger: Il mio punto di partenza è stato un diploma in Game Design all'Università di Montreal. Una volta diplomata, insieme al mio team ho vinto un concorso universitario di prototipi indetto da Ubisoft e così ho sostenuto un colloquio per lavorare ad Assassin's Creed 3. Per me è stato un punto di svolta e, da allora, ogni anno faccio parte della giuria di quel concorso per garantire ad altri la stessa opportunità.
Cosa ti ha spinto a entrare nell'Editorial Team? Quale sarà il tuo contributo?
BG: Inizialmente non ero convinta di volermi candidare, ma l'incoraggiamento che ho ricevuto dai colleghi mi ha spinta a provarci, anche solo per esprimere le mie idee e i miei principi agli altri durante il processo di selezione. Inoltre volevo far sentire la mia voce nell'Editorial Team per promuovere inclusione, trasparenza e diversità. La mia priorità sarà dimostrarmi sempre disponibile e stabilire relazioni profonde con gli altri team e con gli sviluppatori.
Come pensi che la diversità possa arricchire il team e il portfolio dei giochi Ubisoft?
BG: Sono convinta che una pluralità di opinioni, di background e di profili non possa che avvicinarci ai nostri giocatori, permettendoci al contempo di essere più aperti a idee innovative e differenti. È anche un modo per proteggerci dai pregiudizi che tutti noi abbiamo. Poter ascoltare voci diverse significa avere la possibilità di rinnovarci.
Come definiresti il tuo nuovo ruolo e come si inserisce nel processo produttivo? In cosa si differenzia questo lavoro da ciò che facevi prima?
BG: Il mio compito sarà quello di supportare i team di sviluppo e fornire loro feedback e ispirazione, oltre che rappresentare i team degli sviluppatori a livello dirigenziale. Mentre come sviluppatrice mi occupavo di prendere decisioni, in questa nuova posizione dovrò piuttosto ispirare i colleghi, offrire opinioni e assistere i team: si tratta di un ruolo completamente diverso.
Come pensi che cambierà il portfolio dei giochi Ubisoft in futuro?
BG: Credo fermamente nell'importanza di giochi più coinvolgenti. Credo che dovremmo lavorare a progetti di dimensioni diverse e pensati per un pubblico più variegato, a cui offrire una vasta gamma di esperienze. I giochi possono indurre emozioni intense e penso che, forti della nostra esperienza, dovremmo espandere la nostra offerta per raggiungere un pubblico più ampio. Ora che faccio parte dell'Editorial Team, intendo contribuire all'ampliamento della tipologia di esperienze sviluppando titoli che mettano al centro il coinvolgimento del giocatore e l'espressione delle emozioni. Penso che ampliare la portata dei nostri giochi, dei nostri sistemi e delle nostre meccaniche di gioco sia necessario per offrire ai giocatori esperienze caratterizzate da motivazioni, obiettivi e necessità differenti.
Il mondo dei videogiochi ha un'idea precisa dei titoli Ubisoft. Pensate di cambiare questa visione? Di migliorarla?
BG: Che esista un'idea dei giochi Ubisoft non è di per sé una cosa negativa. È anche un segno di qualità e di coerenza. Tuttavia penso che sia importante ridefinire il ruolo di ciascun titolo nel nostro portfolio, per evitare sovrapposizioni e impiegare al meglio le nostre forze. In parallelo, voglio aprirmi a nuove strade e nuove idee, e portare nuovi paradigmi e nuove capacità. Migliorare se stessi è un processo che non finisce mai, un processo che intendo promuovere in ogni ruolo che ricoprirò.
Come pensi che sarà il futuro del nostro settore e come pensi che evolveranno i videogiochi nei prossimi anni?
BG: Prevedo che i giochi saranno sempre più interconnessi, con molteplici esperienze complementari che vengano incontro alle molteplici esigenze dei giocatori all'interno di un unico ambiente. I giocatori ormai sono abbastanza maturi da sapere quali esperienze emotive si aspettano da un videogioco, perciò avere più titoli diversi ci permetterà di produrre giochi più coraggiosi e specifici, collegati agli altri presenti nel nostro portfolio. Penso anche che i modelli di abbonamento che si stanno diffondendo in questo settore porteranno sempre più a giochi complementari e diversificati. Ritengo che dal concetto di gioco come servizio evolveremo verso giochi intesi come piattaforme, e aziende come Ubisoft offriranno ai giocatori l'opportunità di esplorare e muoversi liberamente tra queste piattaforme.
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