La resa dell'Egitto tolemaico in Assassin's Creed Origins è una delle rappresentazioni interattive più accurate di questo periodo storico, tanto che l'egittologo Chris Naunton l'ha definita "la migliore riproduzione visiva dell'Antico Egitto". Naunton si è espresso così nel corso del primo episodio di "Playing in the Past", una serie in sei parti dedicata alla storia dell'Antico Egitto narrata attraverso la lente di Assassin's Creed Origins. La serie è trasmessa in streaming su Twitch e vede Naunton affiancato da Gemma Renshaw, dottoranda presso la Southampton University, e da Kate Sheppard, professoressa associata di storia alla Missouri University of Science and Technology.
I tre egittologi hanno guidato gli spettatori alla scoperta di Tebe. Per cominciare, Naunton ha confrontato foto scattate nel corso dei suoi viaggi con i paesaggi del gioco, ha dunque preso il comando e ha iniziato a muoversi negli ambienti. Il prossimo episodio di "Playing in the Past" verrà trasmesso domani, 4 marzo, alle 18:00 ora italiana, e ogni capitolo tratterà un tema diverso con un ospite nuovo, secondo il calendario riportato di seguito:
- 4 febbraio: "A Visit to Ptolemaic Thebes", con Chris Naunton, Kate Sheppard e Gemma Renshaw (completato)
- 4 marzo, ore 18:00 (ora italiana): "How to Live Forever: Death and the Afterlife in Ancient Egypt", con Carrie Arbuckle-MacLeod, Kate Sheppard e Gemma Renshaw
- 8 aprile, ore 16:00 (ora italiana): "From Potter's Wheel to Baker's Oven: Ancient Craft and Technology", con Sarah K. Doherty, Chris Naunton e Gemma Renshaw
- 13 maggio: "Who lived in Ptolemaic Egypt?", con Heba Abd el Gawad, Chris Naunton e Gemma Renshaw
- 10 giugno: "Visions of Ancient Egypt in the 19th Century", con Kate Sheppard, Ziad Morsy e Gemma Renshaw
- 15 luglio: "Visualizing a Living and Immersive Ancient World", conferenza e live gameplay con Stephanie Moser, Gemma Renshaw, Chris Naunton, Kate Sheppard e un ospite speciale.
Dopo l'uscita del gioco, il mondo di Assassin's Creed Origins è già stato protagonista del progetto Discovery Tour di Assassin's Creed – Antico Egitto, che ha trasformato l'Egitto tolemaico in un museo a cielo aperto, con tanto di visite guidate. Per scoprire cosa pensano gli esperti della rappresentazione dell'Antico Egitto in Origins e come mai abbiano deciso di trasmettere le loro lezioni in streaming, abbiamo incontrato Renshaw, Sheppard e Naunton.
Come vi è venuta l'idea di "Playing in the Past"? Come mai avete optato per uno streaming pubblico?
Chris Naunton: L'estate scorsa stavo scrivendo un libro per bambini su Cleopatra intitolato "Cleopatra Tells All", e a un certo punto mi sono trovato a dover fornire materiale di riferimento per le illustrazioni della città di Alessandria. Cercavo materiale da mandare all'illustratore, per potergli dire: "Ecco, era esattamente così".
Ho cercato raffigurazioni di Alessandria su Google e così ho scoperto che un artista francese di nome Jean-Claude Golvin aveva realizzato una serie di immagini che ricostruivano l'aspetto di vari siti dell'antichità, tra cui l'Egitto e la città di Alessandria, ma non riuscivo a trovarle. Le sole immagini che trovavo provenivano da un videogioco intitolato Assassin's Creed Origins.
Mi sono chiesto cos'era e come potevo procurarmelo. Alla fine ho chiesto su Twitter se qualcuno poteva aiutarmi a reperire il gioco. Nel frattempo avevo anche scoperto che esisteva il Discovery Tour e che quindi non c'era nemmeno bisogno di giocare tutto il gioco: potevo semplicemente esplorarne gli ambienti.
Mi sembrava magnifico. Alla fine mi ha risposto Gemma, con cui ero già entrato in contatto via Twitter e non solo nel corso negli anni, e mi ha detto che possedeva il gioco e che sarebbe stata felice di mostrarmelo.
In quello stesso periodo, io e Kate stavamo lavorando al nostro podcast, che è una sorta di viaggio virtuale lungo il Nilo visto attraverso gli occhi dei viaggiatori del passato, soprattutto europei. Quando Gemma si è offerta di farmi fare un giro nel gioco, Kate ha chiesto di partecipare.
Kate Sheppard: Quando Gemma ha risposto, mi sono infiltrata virtualmente nella discussione e alla fine io e Chris le abbiamo chiesto di mostrarci questi scenari.
Gemma Renshaw: Ho usato il mio canale Twitch. Non avevo mai trasmesso nulla in streaming, ma per fortuna un amico mi ha aiutato. Alla fine sono riuscita a usare Twitch per mostrare loro il gioco e poi ci siamo messi a esplorare e fare cose insieme, e in seguito ne abbiamo parlato anche su Twitter. A quel punto altre persone hanno manifestato interesse.
All'inizio volevo solo far vedere il gioco a Chris, per via del suo libro. Ma visto che altre persone erano interessate, ho pensato che potevamo organizzare un'altra sessione aperta a tutti. Ed è quello che abbiamo fatto nel settembre scorso, anche se non era ancora esattamente lo stesso formato di "Playing in the Past".
Avevate già familiarità con i videogiochi prima di questa esperienza?
CN: Nei primi anni Novanta avevo un Sega Master System II, ma da allora non avevo praticamente più giocato a nulla: pensavo non facesse per me. Alla fine ho comprato un Xbox perché l'idea mi intrigava, e non ero nemmeno sicuro di saper usare un controller, ma volevo davvero riuscire a esplorare da solo. Una volta presa la mano, mi sono detto che era davvero incredibile.
Quando avete deciso di produrre una serie vera e propria?
GR: Dopo il primo esperimento a settembre, abbiamo fatto richiesta alla Southampton University per ottenere dei fondi. E ci hanno finanziato! È stato allora che abbiamo scelto il titolo e strutturato "Playing in the Past". Grazie ai fondi, abbiamo potuto coinvolgere altri esperti.
Come archeologi ci sforziamo di aiutare le persone a immaginare l'aspetto di monumenti che non esistono più, ma non è facile. Lo stesso vale per concetti e credenze. Poter mostrare una rappresentazione del mondo dei morti è davvero utile per spiegarne il significato.
Durante uno streaming ho avuto una lunga conversazione via chat con una persona che mi ha detto: "Non immaginavo che agli studiosi piacessero i videogiochi." Gli ho risposto che sicuramente non piacevano a tutti, ma che non c'era motivo di tenere i due mondi separati. Abbiamo dimostrato che è una commistione che funziona molto bene.
CN: Come freelance, sono abituato al fatto che i fondi scarseggino. Ma devo ammettere che sono davvero felice di poter dire che questo progetto è finanziato da un'università. Non siamo soltanto tre persone appassionate di archeologia e videogiochi: il nostro lavoro ha ricevuto un riconoscimento ufficiale.
Sono orgoglioso del progetto. Quando ho visitato i siti, che sono resi magnificamente, ho pensato che sicuramente molte altre persone avrebbero voluto fare lo stesso. I numeri mi hanno dato ragione, come anche l'entusiasmo che abbiamo suscitato.
KS: Chris e Gemma sono più abituati a parlare in pubblico, mentre io insegno di solito a ragazzi di età compresa fra i 18 e i 22 anni. La mia università ha un team di eSport di livello nazionale, perciò molti dei miei studenti sono appassionati di videogiochi. Per loro sono importanti al punto che, quando spiegavo il concetto di eugenetica in un corso di storia della scienza, molti di loro mi hanno chiesto se avessi mai giocato a BioShock.
È stato in quel momento che ho capito che dovevo familiarizzare con i videogiochi che mi consigliavano se volevo stabilire un legame con loro. Se riusciremo a fare passare il messaggio che i videogiochi ci permettono di entrare in contatto con gli altri, attireremo l'interesse di molte più persone. Perché noi studiosi dovremmo vivere all'interno di una bolla, senza entrare in contatto con la società?
Gemma, tu sei una fan della serie di Assassin's Creed. Ti ha avvicinato allo studio della storia?
GR: Certo! Mi immedesimo facilmente nelle persone che guardano i nostri streaming, e che vogliono saperne di più dell'Egitto e della sua storia ma anche del gioco: sento di poter offrire le risposte che cercano.
Già dai tempi di Assassin's Creed II, ad appassionarmi non erano solo le vicende ma anche le voci del database. Mi piaceva molto che il gioco tentasse di incorporare la storia e che la trama si intrecciasse in maniera credibile con i fatti storici. Sicuramente la serie mi ha spinto a studiare i periodi storici in cui erano ambientati i giochi. Devo confessare che prima di giocare ad Assassin's Creed II non sapevo nulla sui Medici, ma poi ho deciso di rimediare!
Quando è uscito Assassin's Creed Origins, non ci ho giocato subito. Un anno me lo sono regalato per Natale e nelle due settimane successive mi ha assorbito così tanto che non ho scambiato una parola con il mio coinquilino.
Com'è l'esperienza di rivivere virtualmente l'esplorazione di siti che conoscete così bene?
KS: L'unico aspetto negativo è che vorrei essere lì per davvero! L'aspetto che mi emoziona e che apprezzo di più è l'attenzione ai dettagli. Abbassando gli occhi, si nota per terra il pietrisco che c'è nella realtà e posso immaginare di trovarmi lì.
Riesco quasi a sentire il calore del sole sulla pelle, e persino gli odori. Mi sembra di respirare quell'aria. Quando gioco ho la sensazione di tornare in un luogo familiare, e questo mi piace moltissimo.
CN: Credo che la nostra preoccupazione principale sia la qualità della rappresentazione, perché ci sono così tanti film imprecisi e inaccurati. La gente pensa che mi piacciano, ma invece faccio fatica a guardarli. Quando sono entrato per la prima volta in Origins, sapevo già dalle immagini che avevo visto che sarebbe stato bellissimo.
Alcuni amici gamer mi avevano detto che sarebbe uscito un gioco, Assassin's Creed Origins. Dicevano che mi sarebbe piaciuto, ma non ero convinto. Immagino che molti studiosi possano avere la stessa diffidenza, ma ora mi sono appassionato. In un certo senso, sono diventato un gamer: quando non sono nell'Antico Egitto, sono sulla luna boscosa di Endor!
Il punto di svolta per me è stato correre verso il Tempio di Hatshepsut a Deir el-Bahri, che al netto delle aggiunte moderne è identico ad allora. Hanno rimosso la biglietteria e l'asfalto, ma il resto è uguale. Viene voglia di andarci, anche se per certi versi la rappresentazione è meglio della realtà.
Vorrei aggiungere che la rappresentazione non doveva essere per forza così accurata. Invece quando corro come un pazzo su per le colline e poi guardo i templi dall'alto, resto a bocca aperta davanti alla qualità del dettaglio. Il primo streaming è durato ore più del previsto perché non riuscivo a smettere di esplorare.
Chris, hai citato il Tempio di Hatshepsut. Cosa ti ha colpito di più in relazione alla rappresentazione storica?
CN: Mi ha colpito la scelta del momento storico specifico, alla fine del periodo tolemaico, che senza dubbio è particolarmente interessante per rendere l'idea di com'era l'Antico Egitto. Ad Alessandria ci sono persino le lastre pavimentali rotte, e immagino sarebbe stato più facile ricrearle intere. L'attenzione ai dettagli è incredibile.
Poi ci sono i monumenti, alcuni dei quali sono parzialmente crollati mentre altri sono ben conservati. Ci sono i nuovissimi edifici del tardo periodo tolemaico di influenza romana, ancora in costruzione, e non mancano gli stranieri, in aggiunta al classico mix di fisionomie tradizionali egiziane. Non manca l'Egitto ellenistico, come non manca l'influenza greca. L'ambizione di questa resa mi ha davvero impressionato.
KS: In uno dei nostri prossimi streaming analizzeremo gli aspetti produttivi. Abbiamo invitato un'esperta, Sarah K. Doherty, che nella chiacchierata preliminare ci ha spiegato come in genere accanto ai panettieri si trovassero i birrai, per via del lievito. Dato che i due artigiani usavano ingredienti simili, era logico che li condividessero per maggiore comodità. A quel punto abbiamo lanciato il gioco e cosa abbiamo trovato accanto alla panetteria? Un birrificio! Questo dettaglio mi ha lasciato di stucco.
GR: Nei giochi della serie di Assassin's Creed mi colpisce sempre la qualità della luce. È evidente che i team Ubisoft hanno visitato davvero i posti che hanno ricreato, e che hanno cercato in ogni modo di riprodurli in modo realistico. La luce in Assassin's Creed Valhalla è completamente diversa da quella di Origins, come sarebbe logico aspettarsi.
Il vostro primo streaming era dedicato a Tebe, una zona non ancora disponibile nel Discovery Tour. Avete mai usato il Discovery Tour? Cosa ne pensate?
GR: Abbiamo provato a usarlo durante il nostro primo streaming in settembre. Abbiamo tentato di seguire il tour dedicato alla Piramide di Djoser, ma il problema era che ogni volta che volevamo commentare qualcosa, anche il gioco stava commentando: era un po' troppo complicato. Alle persone che seguivano il nostro streaming ho però spiegato che potevano seguire le visite guidate da soli.
CN: Il Discovery Tour è fantastico, ma non è adatto a un live. Rischia di sovrapporsi ai contenuti che vogliamo offrire durante il nostro streaming. Però consiglio le visite guidate a tutti! In particolare mi piacciono moltissimo i pop-up che mostrano foto attuali degli oggetti descritti, assieme a spiegazioni aggiuntive. Sono la prova che il gioco è basato su ricerche storiche accurate.
Quando esploravo l'area di Tebe sulla riva sinistra, ho verificato che ogni edificio era al posto giusto. Se come me avete familiarità con quei siti, vi accorgerete che potete trovare da soli gli edifici che cercate: sono esattamente dove dovrebbero essere.
Guardando lo streaming ho notato che non aprite quasi mai la mappa. Siete in grado di orientarvi perché conoscete già la posizione dei vari siti?
CN: Sì, più o meno. Il paesaggio è riprodotto fedelmente. Strade e colline, per esempio: la topografia è generalmente accurata. Non uso la mappa perché i siti sono esattamente dove dovrebbero essere.
Un'ultima domanda. Voi siete tutti egittologi, ma Assassin's Creed ha già ambientato un gioco in Egitto: quali altre ambientazioni vi piacerebbe esplorare?
GR: Ho qualche idea. Suggerirei l'Impero del Mali tra XIII e XVI secolo, la Mongolia della Via della seta nel XII-XIII secolo, o magari l'Impero Khmer sempre tra XII e XIII secolo, quando è stato eretto il complesso templare di Angkor Wat. Le possibilità sono moltissime, ma alla fine sarò felice di giocare in qualsiasi ambientazione. Personalmente, preferirei che la serie si occupasse più della storia mondiale che della storia dell'Occidente. Un'opzione interessante sarebbe il periodo della conquista dell'Egitto da parte di Napoleone, arrivando magari fino al 1850. Potrebbe essere un DLC di Origins o Unity e si tratta di un periodo su cui io, Chris e Kate siamo piuttosto ferrati. Credo che ai giocatori piacerebbe ritornare nei luoghi che hanno esplorato in Origins per rivederli com'erano nell'Ottocento.
CN: Il Messico all'apice della civiltà azteca, all'arrivo dei conquistadores spagnoli. L'idea di una civiltà monumentale che viene invasa da europei che sono tecnologicamente e militarmente superiori richiama gli eventi narrati in Origins. E sarebbe spettacolare!
KS: Anch'io direi il Messico, o magari gli Inca in Perù. O le culture del Mississippi, come i costruttori dei tumuli di Cahokia, o ancora l'espansione verso ovest durante la corsa all'oro. Sarebbe interessante raccontare come i bianchi hanno maltrattato e sfruttato le popolazioni indigene e la natura.
Il primo episodio di "Playing in the Past" è disponibile qui, mentre il prossimo episodio sarà disponibile qui. Per tutto ciò che riguarda Assassin's Creed, rimandiamo invece ai nostri articoli precedenti.